Malattie Respiratorie - Parte 2

La prevalenza della malattia, come abbiamo già accennato, costituisce un elemento fondamentale nella definizione delle differenze di genere della patologia (è più elevata nel sesso maschile, nei soggetti fumatore ed ex fumatori, nei soggetti con età superiore ai 40 anni). Si ritiene che nei prossimi anni la prevalenza di malattia sia destinata ad aumentare soprattutto nel sesso femminile, a causa dell'incremento dell’abitudini tabagica da parte delle donne e dell'invecchiamento della popolazione nei paesi ad alto reddito. Proprio in relazione al reddito, l’OMS ha recentemente pubblicato una classifica delle prime dieci cause di morte nei paesi ad alto e a basso reddito. Dal grafico si evince che nei paesi più industrializzati la mortalità è strettamente correlata alle malattie croniche in generale. Nella scala, le cronicità respiratorie occupano un posto rilevante e questa considerazione sottolinea la necessità di valutare anche parametri non biologici tra gli indicatori di genere (per esempio, quelli socioeconomici). In merito a questo argomento e alla necessità di utilizzare dati disaggregati secondo indicatori di genere, siano essi di tipo biologico o socioeconomico e culturale, 
in Italia è stato pubblicato l’Atlante italiano delle disuguaglianze di mortalità per livello di istruzione dall'Associazione Italiana di Epidemiologia.

L'Atlante evidenzia come, alcuni fattori strettamente legati agli stili di vita, incidano sull'esito della malattia e sulla mortalità. Sono state descritte interessanti considerazioni sulle disuguaglianze in relazione al titolo di studio, alla condizione occupazionale, all'attesa di vita e alla mortalità prematura. L'Atlante si pone l’obiettivo di fornire un quadro esaustivo delle differenze geografiche e socioeconomiche misurate anche attraverso il livello di istruzione, nella mortalità e nella stessa di vita in Italia.  L’Atlante fornisce per la prima volta delle cartografie e indicatori diversi da quelli pubblicati precedentemente. Questo studio ha messo in evidenza e in relazione alla mortalità, importanti differenze geografiche non sempre correlate a età e condizione socioeconomica (con un impatto più significativo nelle regioni più povere del Sud). Un inferiore livello di istruzione spiega comunque una quota rilevante di rischi di mortalità, sia pure con effetti differenti per area geografica e tipologia di patologie che portano al decesso.

Già nel 2000, in un'analisi retrospettiva dei pazienti con diagnosi clinica di BPCO, Soriano e collaboratori hanno dimostrato che nelle donne  si registrava una tendenza all'aumento di patologia BPCO (nel 68,7% dei casi rispetto al 25,3 degli uomini). È probabile che l'aumento della prevalenza della BPCO sia legata all'adozione, da parte delle donne, delle stesse abitudini di vita degli uomini (con analoga esposizione ai rischi professionali e alle abitudini voluttuarie). D'altra parte viene sottolineata, nelle donne affette da BPCO, una minore attenzione alla diagnosi (con una conseguente più bassa probabilità di trattamento in questo senso). Oltre la progressione di malattia, questo lavoro documenta nel sesso femminile un più elevato livello di gravità della patologia, associata a una più significativa dispnea e a un maggior numero di esacerbazioni. In Italia si è discusso a lungo sull'opportunità di inserire, fra i criteri di valutazione per le cronicità respiratorie, gli indicatori di genere. Un documento importante è stato pubblicato dal gruppo GARD del Ministero della Salute, sulla sorveglianza delle malattie respiratorie croniche.

Questo documento, finalizzato soprattutto all'acquisizione dei dati epidemiologici nazionali, ha sottolineato in maniera rilevante che l'utilizzo di questi indicatori è fondamentale per garantire a tutti i cittadini un'equità e una propriatezza delle cure (e rendere disponibile per il Servizio Sanitario Nazionale, uno strumento utile all'organizzazione dei servizi e alla definizione dei percorsi di percorsi diagnostico terapeutici). Lo stesso documento evidenzia in Italia l'incremento di mortalità per malattie respiratorie, riportato dai dati ISTAT per gli anni 2006-2012. Il documento sottolinea come il maggiore carico di mortalità sia riferito alle cronicità respiratorie. Evidenzia questo documento inoltre, che la prevalenza delle cronicità respiratorie è differente a seconda dell'età e del sesso. I dati di prevalenza delle cronicità pubblicati dall'Istituto Superiore di Sanità, su epicentro nel 2019, hanno evidenziato che le patologie croniche respiratorie si attestano al secondo posto dopo le malattie cardiovascolari.

I dati sono riferibili al sistema di sorveglianza “Passi d'Argento”, che valuta la popolazione anziana con età maggiore o superiore ai 65 anni. Il sistema, che si caratterizza come una sorveglianza in sanità pubblica, raccoglie delle informazioni sulla popolazione generale residente in Italia (sulla salute e sui fattori di rischio comportamentali connessi all'insorgenza o alle complicanze delle malattie croniche non trasmissibili). Nel quadriennio 2016/2019, circa 6 ultra sessantacinquenni su 10, riferiscono che nel corso della vita un medico ha loro diagnosticato una o più patologie croniche e cardiopatie (in circa il 28% dei casi malattie respiratorie croniche, nel 20% dei casi diabete, nel 20% dei casi è neoplasie, nel 13% dei casi che la prevalenza di malattia sia destinata ad aumentare). Uno studio recente conferma, attraverso delle segnalazioni,  l’aumento di patologia nel sesso femminile. Ciò è probabilmente correlato a fattori aggiuntivi rispetto a quelli finora riportati: differente suscettibilità al tabacco, una maggiore esposizione all'inquinamento indoor, differenze anatomiche e ormonali, differente aderenza alla terapia. Quindi questi sono degli ulteriori motivi per cui diventa fondamentale di segregare i dati di prevalenza per sesso e genere.
 

Questo testo è estratto dal nostro video-corso ECM FAD "Farnaci e cure: oggi" e ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto della lezione della prof.ssa Anna Maria Moretti

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