Le sostanze d’abuso vecchie e nuove - parte 2

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Guardando le più importanti sostanze psicotrope, la cannabis sativa è una delle sostanze psicoattive più diffuse in Italia. La sostanza psicoattiva delta nove tetraidrocannabinolo  è contenuto nelle infiorescenze femminili di questa pianta che disseccate. Insieme alle foglie, queste infiorescenze, formano la marijuana. La resina della pianta, che si libera da questa infiorescenze, viene chiamata hashish.  

Dall’ hashish è derivato anche un olio con principi psicoattivi. La preparazione di questo olio è complessa e prevede la distillazione di questi principi con il gas butano. Questo processo, porta a dare a questi derivati un azione psicoattiva molto potente. La concentrazione nel principio psicoattivo può variare e questa variazione nel tempo, grazie anche a prodotti geneticamente modificati, si è potuta alzare fino ad arrivare a una concentrazione del 70%. La Marijuana è una sostanza che si fuma nelle parti secche (l'hashish o anche l'olio di hashish), ma si può consumare anche oralmente. Oggi sono note nel mercato molte preparazioni di dolci e caramelle che contengono che contengono cannabis, ma normalmente però si tratta di sostanze che non hanno azione psicoattiva. Esistono poi delle preparazioni farmaceutiche, dove i principi attivi sono sintetizzati in laboratorio. Il delta nove tetraidrocannabinolo, principio psicoattivo della sostanza il cannabidiolo altofito cannabinoide ( che non è psicoattivo, ma agisce comunque con proprietà neorilassante e muscolo rilassante), hanno dei recettori presenti nel sistema nervoso centrale chiamati cb1 e dei recettori presenti nel sistema nervoso periferico chiamati cb2. L'azione, è un'azione recettoriale che influenza processi cognitivi (la memoria,
l’analgesia e l'attività locomotoria)
. Vi sono anche alcuni effetti farmacologici: benessere, euforia, rilassatezza, ebrezza. Quando poi si utilizzano prodotti più concentrati, chiaramente si può arrivare anche a degli stati alterati ( allucinazioni, psicosi, percezioni alterate, ansia, sedazione, letargia e altre cause fisiologiche come l’aumento del battito cardiaco, la secchezza delle fauci ed effetti congiunti vali agli occhi) . Agli stati alterati possono anche aggiungersi l’instabilità e l’atassia, reazioni avverse delle sostanze psicoattive ( diminuiscono con una maggiore tolleranza). La maggiore tolleranza può portare al desiderio di aumentare la dose e ciò porta all’intossicazione, all'uso cronico (che a sua volta porta dei disturbi  psichiatrici), a eventuali alterazioni dei livelli dell'attenzione e della memoria. Un altro effetto può essere la famosissima sindrome a motivazionale, ovvero, la perdita di volontà nel compiere molte azioni quotidiane (mangiare, dormire, curare l’igiene personale, lavorare o comunque uscire di casa). Inoltre ci possono essere effetti citotossici (se la sostanza viene consumata in gravidanza sul feto), c'è un effetto sinergico con l'alcool e altri sedativi, e quando viene fumata con il tabacco, ci sono tutti gli effetti è secondari del tabacco. A lungo termine, l'effetto che più si nota, è la sindrome a motivazionale e le alterazioni nella memoria.

Essendo una sostanza che si fuma, ci possono essere anche delle alterazioni polmonari ed eventuali stati depressivi nella sua assenza se il consumo è frequente (tutte le sostanze che cambiano l'omeostasi del sistema nervoso centrale, influenzano poi il nostro equilibrio e la loro mancanza porta quasi sempre a delle sindromi depressive). Nell'astinenza, c'è una ricerca della sostanza che porta a un fenomeno psicologico più che fisico. I sintomi sono psicologici e si manifestano normalmente entro i primi dieci giorni dal momento in cui se ne interrompe la somministrazione. La cannabis è però diventata negli ultimi tempi è una sostanza utilizzata a uso medico per il dolore neurogeno di alcune patologie (sclerosi multiple, sclerosi laterali, elezioni midollari, dolori da AIDS, nelle persone trattate con farmaci oncologici serve anche come antiemetico) e viene consumata tramite decotto o tramite olio. Esiste anche la cannabis light, che presenta alcune variazioni. La cannabis a uso medico, viene prodotta da stabilimenti controllati in Italia (stabilimento farmaceutico militare) e viene utilizzata appunto come trattamento secondario, quando i trattamenti primari con oppioidi non hanno avuto effetto nella spasticità associata al dolore cronico (come antiemetico), ed è un trattamento sintomatico (quindi non è curativa). 
La cannabis light viene oggi venduta in quelli che si chiamano “cannabis shop”, non contiene il principio psicoattivo delta 9 tetraidrocannabinolo, ma contiene invece il cannabidiolo (non è psicoattivo ma è muscolo rilassante e sedativo). 
 

Questo testo è estratto dal nostro video-corso ECM FAD "Farnaci e cure: oggi" e ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto della lezione della dott.ssa Simona Pichini

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