Il fenomeno della violenza contro gli assistenti sociali alla luce delle ricerche internazionali e nazionali sul tema

Mi chiamo Alessandro Sicora, sono assistente sociale specialista e ricercatore universitario presso l'Università della Calabria, dove da circa 10 anni insegno metodi e tecniche del servizio sociale e metodologia del servizio sociale. Come interessi di ricerca, mi occupo di servizio sociale comparato, di ricerca sulla pratica riflessiva con specifico riferimento al tema dell'errore professionale o, più in generale, al tema relativo agli incidenti, quando qualche cosa va storto nella pratica professionale, direi che sicuramente le aggressioni a danno degli assistenti sociali rientrano proprio in questa categoria; il tema della violenza a danno degli assistenti sociali, quindi, è un tema che può anche rientrare in questo ambito e dopo vedremo un po' come può essere utile fare questo tipo di collegamento.

Su questo tema, nel 2011, ho scritto un articolo che è stato pubblicato da “Prospettive sociali e sanitarie” e che in qualche modo, è coinciso con un aumento di attenzione su questo tema. Sono uscite poi pubblicazioni in Italia, mentre prima non c'era quasi nulla a differenza di altri come la Gran Bretagna dove, questo tema è stato trattato in maniera approfondita in altre pubblicazioni ben prima che il tema fosse sentito in Italia, su questo magari faremo una considerazione tra un istante. 

Questa lezione, appunto come voi sapete, dura circa un'ora un quarto e cercherò in qualche modo di accompagnarvi in un percorso che, partendo da alcune ricerche sul tema, porta una serie di considerazioni che possono essere anche utili agli operatori nei servizi per affrontare o prevenire situazioni di aggressione a proprio danno. Il sommario, voi lo vedete in questa slide al mio fianco, diciamo sono un po' quattro cassetti, quattro stanze da visitare con diversi contenuti attorno a questo tema.

Vediamo velocemente in che cosa consistono questi cassetti, queste quattro stanze e poi interverremo nel dettaglio nel primo di questi. Allora, prima stanza da visitare:”Di che cosa stiamo parlando?” Può sembrare un po' quasi inutile ridefinire, ecco, il tema di cui stiamo parlando ma è utile farlo proprio alla luce delle ricerche disponibili sul tema, quindi vedremo, ricerche sul tema dell'aggressione a danno degli operatori dei servizi sociali e anche sanitari per poi dare alcune definizioni sulle quali puoi partire, in maniera più approfondita, con le unità seguenti. La seconda: “La complessità di un tema ancora tabù nei servizi sociali e sanitari”. E' un tema complesso, è un tema delicato, è un tema di cui si parla con una certa ritrosia, difficoltà, quasi vergogna perché appare l'evento aggressione, quasi come una sorta di fallimento dell'intervento dell'azione professionale degli assistenti sociali, però un po' alla volta se ne sta iniziando a parlare e questo è un aspetto estremamente positivo, “complessità” per contrapporre il tema alle semplificazioni: è colpa delle politiche che non ci danno risorse, è colpa dell'utente, è colpa di questo e quest'altro; tutte queste frasi da sole non hanno molto valore, tutte quante assieme ci dicono qualche cosa di più. 

Non parleremo tanto di colpa ma di responsabilità, e vedremo anche un modello che ci aiuta a capire meglio questo tipo di concetto. Terza stanza da visitare: “Dimensione organizzativa e violenza contro gli operatori”. l'organizzazione è un fuoco essenziale per comprendere il tema e per intervenire prevenendo le aggressioni, e questo è un punto interessante che vedremo nella terza delle nostre quattro stanze. L'ultima, ha come titolo: “La violenza come comunicazione, l'ascolto come prevenzione”, il tema della comunicazione è un tema che, già credo che sia utile sottolineare sin dall'inizio, è un tema centrale che ci accompagnerà durante questa passeggiata in queste quattro stanze e, ci porterà, in un qualche modo, ad individuare alcune possibili strategie, alcune possibili fuochi d'attenzione, di riflessione, per lavorare in una direzione di prevenzione rispetto a questo tema.

Vedremo come anche, a partire dalla unità uno, ci sono delle ricerche generali sul tema ma, in questa unità vedremo come ciascuno di noi può diventare ricercatore rispetto al tema, comprendere nel suo dettaglio le dinamiche e costruire quasi artigianalmente, a misura della propria mano, quelli che sono gli strumenti atti per intervenire sul tema della violenza che stiamo trattando. Questo è il percorso che noi faremo. 

Adesso, entriamo nella prima delle stanze; che cosa troviamo nella prima delle stanze? Allora, questa è la slide che riassume i 5 punti che vedremo a questo punto, e poi, troverete in queste e nelle slide seguenti, in alto a sinistra, una sorta di mappa generale che ci indica che punto noi siamo, di che cosa stiamo parlando, quindi nella prima delle 4 unità didattiche che ho definito un po' come stanze.

Qui dentro di che cosa cercheremo di parlare? Innanzitutto cercheremo di domandarci se aggressioni a danno degli operatori sono dei casi isolati, come dei fatti di cronaca, oppure se sono parte di un fenomeno più ampio, e vedremo, proprio il tema della ricerca è centrale rispetto a questa mia lezione, i dati a disposizione, in senso internazionale, in Europa in particolare e poi in Italia. Poi appunto vedremo nel punto 4 di questa unità quali sono i tipi di aggressione ragionando secondo tre tipi di variabili, e quindi se si tratta di una forma di aggressione fisica o verbale, diretta o indiretta, oppure, attiva o passiva da questo punto di vista, per poi in qualche modo vedere una scala di violenza a danno degli operatori che è stata formulata, strutturata nell’ambito di un'università israeliana e che credo possa essere utile in tutte le nazioni e anche rispetto al nostro discorso. 

Entriamo quindi nel vivo di questa prima unità. Quali sono i dati a disposizione sul fenomeno? Abbiamo un rapporto, il rapporto: “Workplace, violence and harassment: a European pictures”, fatto dall'agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro che si occupa di una pluralità di settori di lavoro e, si occupa anche dei servizi sociali e sanitari con una maggiore prevalenza al sanitario o al sociosanitario ma, che ci aiuta comunque già definire un po' alcune linee guida su quello che è la descrizione del fenomeno. Abbiamo soprattutto ricerche a questo proposito che ci provengono dai paesi del nord Europa: in Danimarca gli educatori sociali si trovano in strutture residenziali e gli infermieri in ospedale e case di cure, sono i lavoratori più a rischio di violenza, educatori e infermieri in strutture residenziali. In Finlandia, abbiamo minacce e aggressioni rilevate a operatori sanitari e assistenti sociali, soprattutto se donne, e questo è già un elemento importante per la descrizione più ampia rispetto al tema, la dimensione di genere è anche una dimensione rilevante, non è indifferente che le professioni di aiuto e gli assistenti sociali sono tra queste, siano delle professioni molto colorate in rosa, cioè con una prevalenza di donne, e questo incide anche sulle dinamiche del tema che stiamo trattando.

Altri paesi, altre ricerche inserite in questo rapporto complessivo: in Svezia ed in Inghilterra, il fenomeno è rilevante, specialmente per infermieri e medici del settore psichiatrico, e questo anche in Italia è un settore particolarmente a rischio di aggressione, e questo è un qualche cosa di fatto già noto da parecchio tempo, non è nulla di nuovo ma se vogliamo è una conferma su quella che è un po' una realtà abbastanza conosciuta da parte degli operatori che lavorano in quel campo, o anche negli altri. In Svezia, il 9% dei lavoratori dell'area sanitaria e sociosanitaria, sperimenta quotidianamente violenze e/o minacce, quindi ben un operatore su 10, ed il 67% più volte al mese. In Polonia, l'84% degli infermieri viene aggredito verbalmente dai pazienti o parenti.

 

Questo testo è estratto dal nostro video-corso Fad HELP!, ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto della lezione del dott.: Alessandro SICORA

Alessandro SICORA
Assistente sociale specialista, ricercatore e professore aggregato
Università della Calabria
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