Emozione, paura, decisione. Costruire fiducia, prevenire la rabbia fra metodo e deontologia

Sono Teresa Bertotti, sono una Ricercatrice di Servizio Sociale dell'Università di Milano, Bicocca. Oggi, in questa mia lezione, mi occuperò del tema delle decisioni.

Il titolo esatto è: “Costruire fiducia e prevenire la rabbia”, perché l'idea sostanzialmente è di capire in che modo occuparsi di decisioni, può essere un elemento che aiuta nel fronteggiare il tema della violenza. Allora, premessa: perché un focus sulle decisioni? Perché spesso, l'esplosione dell'aggressività è conseguente a decisioni che le persone vivono come ingiuste o come illegittime, e non hanno idea di come si possano modificare e quindi agiscono in una dimensione violenta perché non sentono nessun elemento di contrasto. Un altro motivo è che spesso le decisioni vengono prese senza un'accurata valutazione delle diverse possibilità.

Allora, ci si può domandare se ci sono delle buone o delle cattive decisioni. Allora, il mio intervento ha sostanzialmente un obiettivo, cioè quello di porre l'attenzione su un passaggio che nel Servizio Sociale è spesso trascurato, però è un passaggio decisivo, ed è il passaggio di prendere delle decisioni, è un passaggio che viene di solito fatto in modo automatico senza particolari attenzioni, ma invece richiederebbe di essere analizzato con più attenzione, io nei miei ultimi studi, ricerche, mi sono occupata di questo tema. 

Oggi vi propongo di fare un breve escursus, sia sul tema delle decisioni in generale, poi di focalizzare le decisioni nel servizio sociale, e poi prendere una delle tipologie di decisioni degli assistenti sociali che consiste nell'accompagnare le decisioni delle persone utenti, e infine farò una breve conclusione. I riferimenti di questa lezione sono contenuti all'interno di un testo che è stato dedicato tutto a questo argomento e quindi questo potrebbe essere, per chi fosse interessato, un elemento di approfondimento perché io oggi tratterò solo alcune cose, ma nel testo sono presenti altri elementi.

Allora, il primo tema è il fatto di domandarsi, di parlare delle decisioni nella vita quotidiana, allora un piccolo esercizio intanto può essere che facciate mente locale su una decisione recente che avete preso, pensando non nella vostra vita normale, non nella vita professionale, e quindi potete cominciare a fare mente locale e ricordare di cosa si tratta, per esempio: potreste aver deciso di comprare un automobile piuttosto che fare una cosa piacevole, come può essere andare in vacanza.

Allora, un punto di riflessione è: cosa avete deciso? Secondo: come avete fatto a decidere? Quali sono i processi mentali che avete utilizzato per decidere? Quello che dobbiamo avere in mente è che, molto spesso, le decisioni, decidere quindi, fa parte della vita quotidiana, cioè noi nella nostra vita decidiamo in ogni momento, in ogni giorno, in ogni secondo e per vivere è necessario decidere: devo decidere cosa mettermi, devo decidere come attraversare la strada, eccetera eccetera. Però ci sono delle decisioni che possono essere automatiche, intime, oppure possono esserci decisioni che sono frutto di una riflessione ponderata. Non ci occuperemo di queste seconde. 

L'altro elemento interessante da focalizzare è che decidere nasce da un bisogno, da un desiderio. Perché c'è il bisogno di decidere? Perché in genere si vuole cambiare, si vuole ottenere un cambiamento positivo, c'è un bisogno o un desiderio e l'idea di produrre un cambiamento positivo. Infine, un altro elemento che caratterizza la decisione è che il cambiamento è raggiungibile attraverso due o più possibilità, cioè ciò che caratterizza la decisione è che ci sono diverse opzioni tra cui scegliere, e l'altro elemento caratterizzante è che esiste una certa dose di incertezza, cioè c'è la possibilità di avere delle conseguenze negative, per esempio: se io devo acquistare un auto, devo scegliere, devo decidere quale auto scegliere, posso avere delle incertezze sulla sicurezza del risultato, cioè che sicuramente quella automobile risponda al mio desiderio e al bisogno per cui ho deciso.

Quindi, decidere implica correre dei rischi e una certa ansia e timore di sbagliare. Al contempo, però, è un opportunità di miglioramento, ed è uno degli elementi che rende interessante la vita e la rende stimolante, perché una persona, difronte ad una situazione incerta, difronte ad una difficoltà, vuole scegliere una strada e agire per il proprio cambiamento, e l'altro aspetto è che si tratta di un atto strettamente legato ad un'azione, cioè decidere, implica agire in una certa direzione. 

Se guardiamo le radici etimologiche della parola “decidere”, vediamo che la parola contiene due elementi che sono il tema del “troncare”, del “tagliare”, e il tema ”allontanamento”, quindi, se noi guardiamo la radice etimologica, la parola decidere vuol dire scegliere tra diverse alternative, cioè adottare una strada e tagliarne un'altra. Per questo è caratterizzato da una certa ansia o difficoltà di decidere. La metafora che più ci può rappresentare la dimensione di incertezza, è la metafora di un crocevia, cioè l'idea che io sono in un crocevia, al centro di una strada con diverse possibilità, qui vediamo le strade colorate in diverso modo, e mi interrogo sulla strada da prendere, quale sia la strada migliore da adottare.

E allora come faccio a decidere qual è la strada migliore da adottare? Devo cercare di capire qual'è il mio obiettivo, qual è la strada che ha più possibilità di darmi delle possibilità positive.

Allora secondo la teoria delle decisioni, sulle decisioni ci sono varie teorie, in vari campi come quello medico, economico, una cosa interessante è che le decisioni sono caratterizzate da tre elementi specifici. Il primo è che si tratta di un atto deliberato, cioè non trattiamo qui quelle decisioni spontanee e automatiche, ma trattiamo quelle decisioni in cui ci interroghiamo sulle diverse possibilità. Quindi, il secondo elemento è che si tratti di scegliere tra più opzioni, il terzo elemento è la dose di incertezza, cioè una situazione in cui non abbiamo la certezza del risultato.

Allora, quali sono le buone decisioni? Ora, a questa domanda sarebbe facile rispondere dicendo che le buone decisioni sono quelle che mi portano un esito positivo, ma quando io prendo delle decisioni, non so ancora quale sarà il loro esito, e quindi, cercherò di capire come sono le buone decisioni analizzando il processo attraverso cui decido. Quindi, diventa interessante domandarsi come si fa a decidere e qual'è il modo attraverso cui si decide. Allora ci sono diversi modi per decidere, nel 700, Benjamin Franklin scriveva ad un amico che gli diceva che avrebbe dovuto prendere una decisione su una cosa importante, chiedendogli un consiglio, e gli disse: “guarda io non posso consigliarti qual è la scelta migliore, però posso dirti qual'è il modo che io utilizzo. Io prendo un quaderno, scrivo la domanda, la mia decisione da prendere, e poi in una colonna, scrivo da una parte i pro e dall'altra i contro, e poi cerco di bilanciare e capire quanti pro e quanti contro ci sono e qual'è la probabilità che questi pro e contro si verificano”.

 

Questo testo è estratto dal nostro video-corso Fad HELP!, ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto della lezione della dott.ssa: Teresa BERTOTTI 

Teresa BERTOTTI
Assistente sociale
Ricercatrice PhD, Università Milano-Bicocca
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