Aspetti psicologici della varianza di genere

Buongiorno sono Paolo Valerio, ho insegnato all’Università di Napoli, Federico II; e sono Presidente dell’ONIG  Osservatorio Nazionale sulle identità di Genere, e anche Presidente del SINAPSI, che al suo interno ha una sezione anti discriminazione e culture delle differenze.

Sono stato invitato a parlarvi un po' del genere e dintorni, ho scelto come titolo “nel segno della pluralità” pensando a quanto oggi ci muoviamo in un mondo in cui abbiamo il confronto sempre con pluralità identitarie. Nell’ambito di questo le questioni legate al genere hanno sempre più prevalenza e sono tematiche che purtroppo non si affrontano spesso, penso ai miei studenti del quinto anno di medicina psichiatria che non conoscono ancora bene la differenza tra identità di genere e orientamento sessuale.

Pensando a questo che abbiamo pensato di dare alcuni concetti base che possono essere utili per Medici, Psicologi, Infermieri, Biologi e Farmacisti, su quelle che sono appunto le questioni che hanno a che vedere con il genere, quindi identità di genere e dintorni, pensando anche a tutto il discorso dell'orientamento sessuale.

Perché nell'ambito di un corso sulla medicina di genere mi è stato affidato di parlare anche di questioni legate alle persone gay, bisessuali transgender e intersessualicioè di quelli che sono definiti in termini anglosassoni diLGBT studies? Perché vediamo quanto queste questioni hanno un interesse fondamentale medico e psicologico e tutti questi aspetti rientrano in quel campo che oggi chiamiamo Medicina di Genere, tanto è vero che l'Istituto Superiore di Sanità ha creato un centro di medicina di genere specifico proprio per affrontare queste questioni.

Esponiamo  alcuni concetti che possono essere utili anche dal punto di vista storico, in quanto la Storia spesso ci aiuta a comprendere meglio le cose. E vediamo come dal Medioevo all'età moderna abbiamo avuto tutta una serie di modifiche: inizialmente la medicina era androcentrica basata su un modello quindi monosessuale, dove l’anatomia femminile era vista soltanto come inversione di quella maschile.

Andando avanti però dal punto di vista della storia vedremo come nel XVIII secolo si cominciano a fare delle indagini sulle differenze sessuali degli organi riproduttivi all'interno del corpo e come anche si comincia a studiare e a  vedere meglio la diseguaglianza anatomica dei sessi, in realtà però poi quell'ottica che noi chiamiamo patriarcale gentilista era volta a dimostrare scientificamente la subalternità sociale della donna rispetto all’uomo.

Andando avanti  invece rispetto alla storia  si comincia a fare uno studio più approfondito degli organi sessuali interni femminili e delle loro patologie, si arriva alla coscienza che esistono due sessi diversi, anche se tutte quelle questioni che in qualche modo avevano a che fare con le “anomalie sessuali”, e che all’epoca erano catalogate come fenomeni baraccone o circo (ad esempio le famose donne barbute che avevano problematiche ormonali) venivano considerati ancora casi di e persone malate e da curare.

In realtà andando avanti nella storia dall’andocentrismo dei secoli scorsi si passa alla Medicina di Genere che comincia negli anni 70-80 con studi sulle donne estesi anche sulle versante riproduttivo, le donne cominciano anche a partecipare agli studi clinici, cosa che prima non era ipotizzabile. Negli anni novanta del Novecento cominciamo anche a parlare anche di Medicina delle differenze biologico sessuali, quindi a tutti gli effetti questa è la fondazione della Medicina di Genere e nell’ambito di tutto questo  rientrano anche le questioni legate agli LGBT studis sulle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali.

 Grazie a questi studi si comincia a focalizzare l'attenzione del mondo medico su alcune questioni; per esempio un lavoro pubblicato nel 1999 dall’ Institute of Medicine si dedica per la prima volta allo studio delle una minoranza sessuale, cioè a tutte quelle questioni che hanno a che vedere con lo stress legato alla condizione di essere donne lesbiche, si comincia quindi ad affrontare in qualche modo lastigmatizzazione all'interno e all'esterno del contesto sanitario con due obiettivi: da una parte delineare il quadro epidemiologico sulla salute e dall'altra facilitare l'accesso di queste persone ai servizi sanitari.

Si stressa quindi l'attenzione sul attrezzare anche i contesti sanitari per prendere in carico le persone lesbiche; andando avanti vediamo ancora come nell'ambito di questi Studi del 2011 invece abbiamo negli Stati Uniti un primo report sulla salute delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender per appunto dare una serie di informazioni per comprendere meglio quali sono i bisogni di salute di queste persone, e vediamo anche come in questo testo si afferma l'importanza della questione legate alle persone trans gender, cioè una popolazione che in realtà rispetto alle precedenti gay e lesbiche erano molto poco studiate.

Questo testo è estratto dal nostro video-corso FAD ECM" Genere, Sesso e Salute" e ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto dalla video lezione del prof. Paolo Valerio

Paolo Valerio
Professore
Università Federico II di Napoli
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